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Il rischio di parto pretermine (PPT) spontaneo aumenta con il ridursi della lunghezza della cervice uterina (collo dell’utero). Parimenti importante è l’osservazione che può essere fatta mediante l’ecografia transvaginale che mette in luce la tendenza alla dilatazione di quello che è “l’orifizio uterino interno”, cioè la chiusura del collo dell’utero che si trova all’interno dell’utero stesso è che è la prima parte del collo dell’utero che si apre per dar passaggio al feto durante il parto.
La misura ecografica della lunghezza del canale cervicale (cervicometria), e la valutazione delle caratteristiche ecografiche dell’ “orifizio uterino interno” rappresenta un elemento che ha una grande capacità di predire se si verificherà il parto spontaneo pretermine sia in donne gravide asintomatiche, cioè che non avvertono nessun disturbo che in quelle con minaccia di parto pretermine, cioè nelle donne che sono affette da dolori al basso ventre.
Tuttavia, la maggior parte di donne gravide che andrà incontro ad una minaccia serie di parto pretermine presenta un certo numero di un certo tipo di sintomi che aiutano il clinico ad orientarsi verso questo tipo di diagnosi ed a cercare, quindi, la misura del collo dell’utero come conferma della propria ipotesi e come punto di partenza per la terapia più efficace per la gestante e per il suo feto.
Le donne che presentano una misura ridotta del collo dell’utero, o cervice uterina, devono essere considerate come potenzialmente a rischio di parto pretermine e, tanto per cominciare, oltre ad un protocollo di osservazione periodica, è bene che inizino immediatamente un’adeguata terapia, tanto per cominciare a base di capsule di progesterone, somministrato per via vaginale, un numero variabile da donna a donna di volte al giorno.
Nelle donne sintomatiche la cervicometria permette di identificare le donne a rischio di parto imminente ed è di ausilio per le conseguenti azioni cliniche e terapeutiche.
Nelle donne che invece si trovano ad un’epoca gestazionale più avanzata, la cervicometria può orientare su quanto la donna si trovi prossima al parto spontaneo, naturale.
L’ecografia transvaginale rappresenta la tecnica più affidabile per la misurazione del canale cervicale.
Si tratta di una metodica priva di rischi materni e fetali, semplice, standardizzata (vescica vuota, minima pressione della sonda sulla cervice, scansione longitudinale del canale cervicale, ingrandimento adeguato con cervice che occupa circa il 75% dell’immagine, buona evidenziazione degli orifici uterini interno ed esterno e corretto posizionamento dei punti di riferimento per la misura ecografica) affidabile, effettuabile durante la visita senza particolare dispendio di tempo, generalmente sempre ben accettata dalla paziente (anche per il fatto che nella maggior parte delle volte rende superflua l’esaminazione vaginale che viene effettuata con le dita).
L’ecografia transvaginale per la misurazione della cervicometria, cioè della lunghezza del collo dell’utero, consente sempre di ottenere immagini del collo dell’utero che risultano sempre molto precise, di qualità elevata e di grande rilevanza clinica, cioè molto importanti per comprendere la “solidità” del collo dell’utero nel mantenere il feto al, la gravidanza al suo posto, dentro all’utero, permettendo quindi un giudizio di sicurezza sul buon andamento della gravidanza.
Per tutte le ragioni sopra elencate l’ecografia transvaginale per la cervicometria, la misurazione della lunghezza del collo dell’utero e per la valutazione delle sue caratteristiche, arricchisce la consultazione ostetrica, visita od ecografia, di ulteriori elementi importanti, che aiutano la gestione clinica e conferiscono serenità al percorso della gravidanza.