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La colposcopia è l'esame che studia i genitali femminili, a cominciare dal genitali esterni, vale a dire dalla vulva, ed allora si parla di vulvoscopia, proseguendo poi con lo studio della vagina, proseguendo poi fino al collo dell'utero, che rappresenta la principale del struttura anatomica per la quale è nata e si è sviluppata la colposcopia vera e propria.
Si tratta di un esame “visivo” effettuato tramite un apparecchio che si chiama colposcopio. Il colposcopio è un sistema ottico dotato di impianto di illuminazione coassiale che permette di visualizzare a forte ingrandimento principalmente il collo dell'utero, ma anche le altre strutture genitali e risultasse opportuno esaminare. E’ fatto come un grande microscopio mobile, in cima ad un braccio meccanico articolato, appoggiato su ruote, che il ginecologo utilizza stando seduto e guardando il collo dell'utero dopo aver posizionato correttamente lo speculum, mentre la donna si trova sdraiata nella consueta posizione ginecologica. Il colposcopio, tramite un sistema di lenti e fibre ottiche consente un ingrandimento dell'area da analizzare da 2 a 60 volte superiore rispetto alle dimensioni reali.
La colposcopia è un esame indolore, che si svolge con le stesse modalità di una normale visita ginecologica, ma di durata appena di poco superiore; per cui si può dire che a causa del fatto che l'esame colposcopico è di durata maggiore di una visita ginecologica e che il ginecologo è soprattutto impegnato in una attenta osservazione con gli occhi, la donna può trovare questo esame tutt’al più un poco "noioso".
La colposcopia può essere eseguita in qualunque momento del ciclo, ma non durante le mestruazioni o quando è in corso un qualsiasi sanguinamento genitale in quanto il sanguinamento impedisce la corretta visualizzazione del collo dell'utero.
La “colposcopia” od “esaminazione colposcopia” avviene con la donna in posizione distesa supina, nella consueta posizione ginecologica. Subito dopo l'introduzione dello speculum in vagina, che serve a evidenziare in maniera idonea collo dell'utero, il ginecologo avvicina il colposcopio ed inizia l'osservazione diretta del collo dell'utero; con un lungo batuffolo cotonato bagnato di soluzione fisiologica il medico provvederà delicatamente attorno del muco che ricopre la cervice uterina. Subito dopo questa prima parte del medico provvederà a bagnare, sempre delicatamente sempre tramite un batuffolo cotonato, questa volta bagnato di soluzione di acido acetico al 3% od al 5% il collo dell'utero in modo da poter osservare un'altra serie di dettagli nel corso dei 2 - 3 minuti successivi. A questo punto dell'esaminazione colposcopica il medico potrebbe aver già deciso se sarà necessario o meno effettuare una biopsia della portio, ossia un piccolo prelievo di tessuto del collo dell'utero che sarà poi inviato per l'analisi istologica al microscopio dal medico anatomo-patologo. L'ultimo test che il ginecologo colposcopista potrà effettuare prima di aver concluso l'esame sarà il test che prevede l'applicazione sul collo dell'utero di una sostanza colorante a base di iodio, utile, talora, per una migliore definizione di un caratteristiche delle lesioni individuate, come anche per meglio comprendere il livello di maturazione biologica del tessuto che si sta osservando.
L'esame colposcopico potrà concludersi come un semplice accertamento sul collo dell'utero, se il ginecologo avrà rilevato unicamente un quadro normale, ma, al contrario, se il ginecologo avrà riscontrato delle anomalie anche piccole ed anche apparentemente lievi sulla superficie del collo uterino, allora, il comportamento corretto da tenere sarà quello di effettuare una biopsia mirata della superficie anomala della portio posta in evidenza tramite la colposcopia.
Concluso il test, si procede alla refertazione dell'esito tramite strumenti a immagini o sistemi con telecamere, od anche tramite un semplice ma efficacissimo disegno sul quale ginecologo annota le caratteristiche di maggior rilievo da egli individuate nel corso dell'esame.
Tuttavia, nonostante il referto dell'esame colposcopico le verrà consegnato al termine dell'esame stesso, nel caso siano state effettuate delle biopsie, la conclusione definitiva e la decisione su un'eventuale trattamento sarà decisa dal medico unicamente in base al risultati dell'esame anatomopatologico del tessuto prelevato. Infatti è bene ricordare che è del tutto impossibile porre una diagnosi istologica a partire da un'immagine colposcopia. La colposcopia è uno strumento eccellente per riconoscere un collo uterino normale ed è indispensabile per guidare le biopsie da inviare era l'esame anatomopatologico; tuttavia, voglio ribadire il concetto ancora una volta, benché la sensibilità della colposcopia elevatissima (ovvero la sua capacità di identificare se un collo uterino è normale oppure patologico), la sua specificità (ovvero le sue capacità di porre una diagnosi precisa del tipo di lesione in atto) non è altrettanto elevata, cosicché, salvo rari casi, è indispensabile procedere all'effettuazione di uno o più prelievi bioptici, al fine di poter ottenere una corretta diagnosi istologica; tutto ciò per tutelare nel migliore dei modi la salute dell'assistita.
Questa è la ragione per cui, se è stata effettuata una biopsia, lei verrà contattata dal medico che l'ha eseguita per conoscere i risultati definitivi e per discutere i passi successivi che sarà necessario o le sarà consigliato di intraprendere.
Detto anche genitoscopia o episcopia, è l’esame necessario per visualizzare eventuali lesioni a livello del genitale del partner maschile, sempre adoperando colorazioni con acido acetico e il colposcopio; in alternativa al colposcopio si possono utilizzare specifiche lenti con montature ad occhiale che permettano un adeguato ingrandimento della superficie del pene, in modo che l'osservazione possa essere adeguata per riscontrare delle lesioni superficiali oppure sicura per escludere la presenza. Non è necessario introdurre alcuno strumento nelle vie genitali maschili, per cui l'esame risulta assolutamente indolore.
Le lesioni presenti possono essere piane ( condilomi piani) o rilevate ( condilomi floridi). E' anche possibile ricercare e riscontrare lesioni pre-neoplastiche o neoplastiche del bene identificate come PIN, anche se suddivisi vari gradi di severità, come le displasie ed i tumori.