Condilomatosi vulvare 
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Come si fa la diagnosi del condiloma?

Qualunque lesione di tipo verrucoso che si sviluppa a livello dell’ano e dei genitali maschili e femminili, deve porre il sospetto di condiloma.

Usualmente i condilomi non creano disturbi importanti: solo raramente provocano dolore, più spesso fastidio, irritazione e prurito.

Usualmente è il paziente che nota la presenza di queste lesioni, o visivamente o toccandole con le mani, e che pertanto ricorre a una visita medica. Il medico esperto può fare diagnosi già solo osservando le lesioni, ma sarà solo l’esame istologico che confermerà la natura del condiloma.

 L’infezione da HPV si divide in:

  • clinicamente evidente: detta anche “condilomatosi acuminata”, costituita da piccole escrescenze carnose, spesso multiple, piane, prevalentemente nelle aree provviste di peli, oppure papillomatose, acuminate, oppure a larga base di impianto, come “rosette”, oppure di aspetto “papulare”, queste ultime più frequentemente presenti nelle aree prive di peli.
    In sostanza, si tratta di I condilomi sono escrescenze, simili a verruche, che compaiono nelle aree genitali, sia nel sesso maschile che in quello femminile: le dimensioni dei condilomi possono variare da pochi mm, fino a vere grossolane formazioni, dette volgarmente “creste di gallo”.
  • subclinica: soprattutto presente nelle aree prive di peli, visibili soprattutto dopo l’applicazione di acido acetico al 3% o al 5% e con l’ausilio di sistemi ottici ad elevato ingrandimento (tramite “occhialini speciali” con sistemi di lenti montati sul caschetto illuminante, oppure tramite il colposcopio).
  • La causa di tali lesioni non è nell’80%-90% dei casi dovuta all’infezione da parte dei ceppi numero 6 e numero 11 della HPV, caratteristici ceppi a “basso rischio” relativamente allo sviluppo di una neoplasia maligna. In ogni caso, anche per le lesioni sub-cliniche è consigliabile effettuare una “biopsia rappresentativa” e di successivo esame istologico, per la possibilità che vi sia già una “neoplasia vulvare intraepiteliale” (VIN).
  • latente: essa viene rilevata solamente mediante i test di “ibridizzazione” del DNA estratto dalle cellule prelevate da tessuto “apparentemente sano”.

Come prevenire i condilomi?

I condilomi sono una patologia contagiosa a trasmissione sessuale: esiste un rapporto diretto tra il numero di partner e l’incidenza dei condilomi.

Oltre al numero di partner, altro sicuro fattore importante è il mancato utilizzo del profilattico, e ciò vale anche per tutte le altre patologie trasmesse sessualmente (HIV, sifilide, gonorrea). Ricordiamo inoltre che molti soggetti sono contagiosi anche a loro insaputa.

Attualmente esistono anche vaccini che proteggono dai vari tipi di papilloma virus che possono essere responsabili del cancro cervicale nella donna.

Il vaccino però non ha alcun effetto terapeutico: trova la sua validità solo come prevenzione e pertanto va praticato, nella donna, prima dell’inizio dell’attività sessuale.

Anche in Italia è in atto una campagna di vaccinazione nella donna, e sempre più studi, stanno a indicare la validità della vaccinazione anche nel sesso maschile.

Terapia dei condilomi: in cosa consiste e come si effettua?

I condilomi devono essere trattati esclusivamente da personale medico, e bisogna assolutamente evitare i cosiddetti “farmaci da banco” utilizzati per trattare le normali verruche.

Non esiste un trattamento specifico per queste lesioni provocate dal papilloma virus.

Le strategie terapeutiche per il trattamento delle lesioni genitali da papilloma virus sono varie e comprendono differenti tipi di tecniche. Si possono usare farmaci da applicare direttamente sulle lesioni.

Vari farmaci sono in commercio, che vengono utilizzati con applicazioni locali, e che fondamentalmente sono farmaci modulatori della risposta immunitaria.

Il più noto di questi è l’Imiquimod, noto come Aldara, che va applicato localmente sulle lesioni per alcune settimane. Il farmaco può avere qualche successo quando le lesioni sono piccole o iniziali, ma può provocare anche vari disturbi, come rossore, dolore, bruciore soprattutto quando le lesioni sono localizzate nel tratto più sensibile dell’apparato genitale.

Quando le lesioni sono diffuse o più estese, la terapia chirurgica, che comporta l’asportazione o, più verosimilmente, la rimozione per vaporizzazione meticolosa di tutte le lesioni visibili mediante elettrobisturi a radiofrequenza, è l’unica terapia che permetta di ottenere risultati concreti, durevoli nel tempo ed a bassissima probabilità di recidiva.

Tuttavia va ricordato che l’asportazione chirurgica non garantisce in maniera assoluta la guarigione in quanto il virus può aver infettato il tessuto vicino alle lesioni evidenti e rappresentare, al momento, semplicemente una “lesione latente”. Pertanto il paziente va seguito periodicamente, in modo da trattare le eventuali lesioni che dovessero ripresentarsi, il più precocemente e nella maniera più completa possibile, in modo che non abbiano la possibilità di estendersi su aree ampie, infettare il partner ed altre persone conviventi.

La rimozione dei condilomi, effettuata dal dottor Fabio Muggia, presso il centro di medicina di Villorba (TV)

All’”atto pratico”, come procedere:

è sufficiente telefonare alla segreteria del Centro di Medicina nella sede di Villorba (TV) telefonando allo 0422-698111 e collegarsi con i servizi di poliambulatorio. Successivamente sarà sufficiente indicare alle segretarie in servizio presso il call center il motivo della richiesta della consultazione specialistica: “effettuazione di vulvoscopia” oppure ”effettuazione di colposcopia” + “terapia fisica delle lesioni individuate”.

Preparate l’area da trattare ed il tessuto circostante ad essa liberando l’area dei peli, così come consigliato nel paragrafo relativo alla preparazione alla vulvoscopia.

In base alle indicazioni fornite cercate di calcolare autonomamente i giorni idonei per l’effettuazione di detto esame in base ai giorni liberi da flusso mestruale. Nel caso vi fosse ancora qualche residuo di mestruazione in atto, potrà essere di aiuto il disporre di un assorbente interno da introdurre al bisogno, in modo da tenere sgombro il campo operatorio dei residui di perdite ematiche.

Programmate pure autonomamente i giorni di astinenza da rapporti sessuali e ricordatevi di osservare la prescrizione che indica nei dettagli che tecnica utilizzare ed in che giorni effettuare una corretta depilazione dell’aria da esaminare.

Ricordatevi che sia i reagenti che vengono utilizzati per l’esame vulvoscopico sia l’eventuale residuo di perdite ematiche che potrebbe essere presente, nel caso sia stato necessario effettuare una biopsia, possono macchiare la biancheria. Per tal ragione si invita a tenere in considerazione quanto esposto per quanto riguarda la scelta dell’abbigliamento intimo e si stimola a portare con sé un assorbente esterno o, perlomeno, un salvaslip.