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Si tratta di un'ecografia dei genitali femminili estremamente innovativa che ha come scopo principale la valutazione delle caratteristiche anatomiche e della funzionalità dinamica del pavimento pelvico. Per pavimento pelvico si intende l'insieme dei muscoli superficiali e profondi della parte inferiore del bacino femminile che circondano e mantengono la funzione delle strutture urinarie, genitali e del tratto ano-rettale; si tratta di valutare l'integrità anatomica di queste strutture muscolari che chiudono la parte inferiore del bacino e che sono sottoposte all'azione di usura che l’attività fisica quotidiana (camminare, saltare, abbassarsi, tossire, starnutire…) esercita su di esse.
I principali sintomi che le donne possono avvertire, dovuti a difetti del pavimento pelvico, sono l'incontinenza urinaria, anche minima, che si manifesta in occasione di sforzi fisici (tosse, starnuti, salto, risata improvvisa), una diminuita indifferente e percezione durante i rapporti sessuali, dovuta al rilassamento dei muscoli che circondano il vestibolo e la vagina, e una diminuita sicurezza nelle funzioni intestinali, che può manifestarsi sia come difetto di continenza che come difficoltà o impossibilità di svuotare completamente l’intestino retto.
Questa indagine ecografica è innovativa perchè sfrutta la tecnologia dell'ecografia tridimensionale o 3D e tridimensionale in tempo reale, detta anche 4D, nata per la visualizzazione tridimensionale del feto nel grembo materno e per l'analisi tridimensionale dei movimenti fetali attivi. Applicando tale tecnologia in campo ginecologico, al pavimento pelvico femminile, per la prima volta si possono analizzare ecograficamente e con precisione le strutture di sostegno dell'uretra ed i movimenti che compiono gli organi pelvici, cioè l'uretra, la vescica, la vagina, l'utero, l'intestino retto ed i muscoli stessi del perineo durante i movimenti che noi chiediamo alla donna di compiere, in modo da animare i normali movimenti e il pavimento pelvico compie durante le usuali attività della vita quotidiana. Un'attenta analisi delle sequenze di immagini che vengono visualizzati sul monitor dell'apparecchio ecografico permette di capire la ragione di disturbi che una donna lamenta, consente di "vedere" davvero sia quali sono i veri difetti che determinano il prolasso, quale degli organi pelvici più degli altri tenda a scendere verso l’introito vaginale, ed anche permette di organizzare un percorso di terapia riabilitativa e chirurgica e di controllarne l'andamento durante tutte le fasi del percorso stesso. Interessante è che “l'ecografia tridimensionale del pavimento pelvico” permette a ogni donna di conoscere bene il proprio pavimento pelvico prima ancora del verificarsi dei danni, in modo tale da permettere al professionista di consigliarle un percorso riabilitativo specifico, oppure anche da sconsigliarle di sottoporsi, per esempio, ad un determinato tipo di attività sportiva particolarmente gravosa. In ogni caso l'ecografia tridimensionale del pavimento pelvico deve essere visto come uno strumento che dà alla donna una maggior consapevolezza dei rischi, delle proprie possibilità e dei propri limiti.
Viene studiata l'uretra femminile, la vagina i legamenti che mantengono nella corretta posizione tutti gli organi pelvici, e la mobilità di tali strutture durante alcune manovre che il ginecologo chiede la donna di effettuare.
Lo scopo dell'indagine è di cercare di individuare e dimostrare la presenza di cedimenti dei legamenti sospensori dell’uretra, della vescica e dell'intestino retto nelle donne che presentano disturbi della funzione urinaria (incontinenza urinaria a seguito di colpi di tosse, starnuti, od anche semplicemente durante l’attività sportiva o solamente scendendo le scale…, difficoltoso od incompleto svuotamento vescicale…), difficoltà di svuotamento dell'alvo, senso di peso e dolore gravativo o tensivo avvertito a livello del basso ventre, del perineo o del retto.
Le donne che più frequentemente richiedono tale indagine sono tante, con problematiche ed esigenze eterogenee, ma accomunate tutte dal bisogno di conoscere, meglio il proprio corpo, di operare le scelte più giuste per mantenerlo in piena efficienza e, quando necessario, anche prepararsi al meglio ad affrontare un intervento chirurgico per la correzione di certi difetti che con il tempo e apici in donne che hanno partorito hanno grande probabilità di verificarsi. Così, per esempio, abbiamo che la donna che richiede questo innovativo tipo di valutazione ecografica è la donna sportiva che vuole sapere se il suo pavimento pelvico è integro o sta soffrendo per il carico intenso dell’attività fisica, la donna che ha partorito ed in seguito si è accorta che “qualcosa è cambiato”, per cui adesso sente “un peso là sotto, in basso”, la donna che di tanto in tanto perde qualche goccia di urina in occasione di uno starnuto od a seguito di alcuni colpi di tosse, la donna che con l’inizio della sintomatologia menopausale si accorge che “non si sente più sicura come un tempo”, la donna che presenta disturbi legati alla presenza di un prolasso nell’area genitale, una sensazione di corpo estraneo che protrude alla vulva, di “qualcosa” che sembra “uscire” dalla vagina (spesso la donna riferisce al medico che in'occasione delle normali pratiche di igiene quotidiana sente come una "pallina là sotto”)…la donna che ha bisogno di un controllo preciso prima ed anche dopo l’intervento chirurgico stesso per controllare quale sia stata la modificazione ottenuta e quali altre terapie associare a quella chirurgica, come ad esempio la riabilitazione pelvi-perineale effettuata con l’assistenza di un fisioterapista dedicato…la donna che si avvia alla riabilitazione del pavimento pelvico e periodicamente ha bisogno di controllare l’andamento della fisioterapia riabilitativa…
L'esame deve essere effettuato tramite la specifica sonda addominale volumetrica e la valutazione si avvale della tecnica bidimensionale e della modalità tridimensionale (3D), ed anche tridimensionale-real-time, o 4D. La tecnica “tridimensionale-real-time 4D” è quella che meglio di ogni altra è in grado di individuare e di dimostrare i difetti dinamici di funzionamento del pavimento pelvico che offre la possibilità di seguire visivamente i movimenti del pavimento pelvico durante le varie fasi dell'azione, come in un filmato; si possono così vedere le varie fasi del prolasso (gli “abbassamenti”) dell'utero e della vescica, i movimenti anomali dell'intestino retto, i difetti muscolari durante la contrazione volontaria, le ragioni anatomiche che stanno alla base del incontinenza urinaria; si possono persino valutare i progressi della donna sta facendo nel suo percorso di riabilitazione pelvi-perineale.
L’ecografia tridimensionale del pavimento pelvico effettuata dal ginecologo aiuta a comprendere la natura dei disturbi che affliggono l'assistita, aiuta il chirurgo a scegliere l'intervento correttivo più adeguato ed è di grande ausilio nel valutare la riuscita dell'intervento; é anche estremamente importante per comprendere le intime ragioni che, nel corso del tempo, possono portare all'eventuale recidiva del disturbo.
L'ecografia tridimensionale (3D) e tridimensionale-real-time (4D) del pavimento pelvico è una tecnica innovativa e insostituibile per una valutazione per la prima volta completa, corretta e dettagliata del pavimento pelvico femminile. La tecnologia è nata la donna gravida, per la valutazione del feto, ma ora la tecnica è "cresciuta" ed è diventata una tecnica "matura", adatta alla valutazione della donna adulta. Tutto questo a ricordare lo sforzo di crescita e la tecnologia ed il medico compiono con l'obiettivo di garantire sempre di più e sempre meglio la donna e le sue caratteristiche, lungo il corso di tutta la sua esistenza, con il solo obiettivo di tutelare il benessere e di aumentare il grado di consapevolezza del proprio corpo.
ogni volta che si ritiene opportuno completare l'esame clinico, per confermare un'impressione diagnostica, nei casi di equivoci, prima di un intervento chirurgico elettivo sulla regione pelvica-perineale o in casi complessi di difficile interpretazione. L'esame non è doloroso né fastidioso (un moderato disagio viene avvertito solo all'inserimento della sonda in vagina, quando e se necessario) e non è necessario seguire regimi alimentari o comportamenti particolari, ma solamente l'accortezza di avere evacuato l’intestino prima di procedere all'esame; occorre raggiungere l’ambulatorio con la vescica semipiena: si raggiunge facilmente questa condizione evitando di urinare per almeno una o due ore prima dell'esame; meglio se l'assistita beve anche mezzo litro di acqua nel corso dell’ora precedente, insieme ad una lattina da circa 33 cl di the non deteinato.
Importante novità: l'ecografia tridimensionale (3D) e tridimensionale-real-time (4D) del pavimento pelvico è una tecnica che richiede un'importante presenza, attenzione e collaborazione attiva da parte della donna; alla donna verrà richiesto di trattenere il respiro, di spingere verso il basso, di esercitare una contrazione dei muscoli del pavimento pelvico come se stesse cercando di trattenere l'urina, di effettuare colpi di tosse, anche numerosi ed in rapida successione, il tutto con lo scopo di valutare la funzione del pavimento pelvico anche nelle condizioni di massimo stress.