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Studio ecografico integrato multiparametrico del benessere fetale a termine di gravidanza: il Profilo Biofisico Fetale (P. B. F. o Fetal Biophisical Prophile – F. B. P.)
Si tratta di una valutazione ecografica di un conto di numerosi parametri al fine di stabilire il grado di benessere fetale: il peso fetale in relazione all'epoca gestazionale, la quantità di liquido amniotico, i parametri relativi alla valutazione del grado di maturazione placentare, i movimenti degli arti ed il tronco fetale, e la valutazione dei movimenti respiratori fetali; a questo gruppo di parametri ormai "storico", oggigiorno noi siamo in grado di aggiungere una valutazione Doppler-flussimetrica materna e fetale molto raffinata, che ci consente di raggiungere una grande sicurezza nella gestione della gravidanza, con particolari vantaggi quando si tratta della gestione di un feto affetto da ritardo di crescita intrauterina e quando si tratta della gestione di una gravidanza oltre il termine. Uno strumento molto efficace e guidare numero crescente in tutte le gravidanze e presentano una qualche forma di incertezza nell'evoluzione.
In sintesi una tecnica raffinata, anche se laboriosa e il ginecologo effettua, ma in grado di dare tante soddisfazioni in termini di sicurezza ed anche tante soddisfazioni alla donna ed alla coppia che, guidati dal professionista si svolge l'esame, si trovano ad addentrarsi in un percorso analitico-culturale che importa comprendere sempre di più e sempre meglio le caratteristiche comportamentali del figlio che stava aspettando, come in una sorta di interessantissimo ed affascinante documentario sulle meraviglie della vita in formazione.
Tutto quanto elencato, descritto e spiegato nei paragrafi precedenti va sempre visto alla luce dei dati che emergono dall’anamnesi dell’Assistita (personale, gravidica e familiare), dalla Sua cartella clinica della gravidanza e dagli esami ematochimici presenti. Talora è necessario integrare i reperti ottenuti con altri esami ematochimici idonei alla valutazione di altri elementi specifici. È, infatti, sempre necessario "contestualizzare" le informazioni che noi otteniamo tramite le nostre conoscenze e la tecnica che siamo in grado di applicare con la realtà che i nostri assistiti ci presentano, siano essi persone adulte, siano essi dei feti nel grembo materno.
Il nostro lavoro è fondamentalmente basato sull'amore per quello che stiamo facendo e per le persone cui ci stiamo dedicando, sulla nostra cultura, sulla nostra preparazione sulle nostre caratteristiche di umiltà, sulla disposizione all'ascolto e sulla nostra sincera modestia.
Non stiamo valicando, con la nostra tecnica e con le nostre speranze i congegni di un sapere che solo qualche decennio fa era inimmaginabile; ma non per questo dobbiamo pensare di poter conoscere tutto. Gli imprevisti, le patologie rare, gli eventi sfortunati è anche, perché no, gli errori, sono sempre in agguato.
E allora la pena di ricordare che il ginecologo, quando si prende cura della donna in stato di gravidanza diventa l'”unico tipo di medico che non vede mai il proprio paziente”. Infatti il nostro "vero" paziente è là, sotto, "nascosto nell'utero" e, per quanto non ci sforziamo a indagarlo, analizzarlo, capilro, non potremo mai sapere tutto di lui.