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Le malformazioni uterine sono malformazioni congenite dell'apparato genitale femminile che hanno origine da anomalie della formazione dei genitali durante il periodo di vita embrionario, cioè, quando il feto che in futuro diventerà una donna si trova ancora nel grembo materno.
La formazione dell’utero ha origine fin dalla vita embrionale. Nel primo mese di gravidanza l’utero e la vagina del feto sono “doppi”, in quanto si originano da strutture embrionarie chiamate “dotti di Mueller", due strutture anatomiche che, scendendo dai reni verso la vulva, tendono a avvicinarsi tra loro per poi unirsi. Quando la fusione avviene in modo regolare si forma una vagina e una cavità uterina, altrimenti ci saranno delle malformazioni, molto variabili nel loro manifestarsi.
Le malformazioni uterine sono anomalie solitamente congenite che di norma non creano alcun problema significativo alla donna. In alcuni casi, però, possono causare infertilità e poliabortività.
È difficile stabilire l'esatta frequenza delle malformazioni dell'apparato genitale femminile nella popolazione in quanto esse non vengono generalmente riconosciute se non causano problemi: vi sono donne con utero malformato che ignorano le anomalie o scoprono di averle soltanto in occasione di indagini eseguite per altre ragioni, in modo del tutto fortuito. Attualmente, però, l'evoluzione dei metodi diagnostici, in particolare l'ecografia transvaginale ed ancor più precisamente l'”ecografia transvaginale tridimensionale”, ne hanno evidenziato la loro non trascurabile incidenza nella popolazione, ed ancor più è stata posta in evidenza un importante relazione fra le malformazioni uterine e la sterilità (impossibilità di concepire) è l'infertilità (impossibilità o difficoltà di portare a termine una gravidanza iniziata).
Fino a poco tempo fa l’ecografia (transvaginale o pelvica) poteva evidenziare solo alcune tipologie di malformazioni, come l’utero unicorne e l’utero didelfo. Molto più precise ed efficaci erano, allora, le tecniche radiologiche come ad esempio la isterosalpingografia o le tecniche chirurgiche come la isteroscopia. Decisamente più invasiva la laparoscopia, ovvero il proprio intervento chirurgico che comporta l'introduzione di strumentazione nella cavità addominale e si svolge in corso di anestesia generale.
Fino a qualche decennio fa la correzione chirurgica delle malformazioni uterine gli interventi chirurgici molto importanti, che venivano effettuati attraverso l'addome e comportavano l'apertura pressoché completa della cavità uterina.
Al giorno, invece, e per fortuna, d'oggi la tecnologia ha messo a disposizione una strumentazione raffinatissima per la correzione di molti dei difetti dell'apparato genitale femminile tramite l'accesso isteroscopico, così da poter effettuare un vero e proprio intervento chirurgico dall'interno, in modo veramente mini-invasivo, a differenza di quanto invece avveniva in passato.
Per tali ragioni oggigiorno si dimostra sempre più conveniente e vantaggioso per la donna svolgere un esame approfondito e completo del proprio apparato genitale che non sia limitato solamente alla classica ed ormai irrinunciabile ecografia transvaginale, ma che sia, anzi, spinto fino all'effettuazione dell’”ecografia transvaginale tridimensionale", in modo da essere perfettamente cosciente consapevole delle proprie possibilità teoriche di intraprendere senza difficoltà e di portare a termine correttamente una gravidanza, con il numero minore possibile di incognite ed incertezze.
Senza addentrarci nell'analisi dei problemi embriopatogenetici che causano le malformazioni genitali femminili, e trascurando pure la classificazione dei vari tipi di anomalie uterine, qui di seguito unicamente dimostrare le immagini caratteristiche di normali e malformati osservati tramite la classica ecografia transvaginale e tramite la ben più accurata e precisa ecografia transvaginale tridimensionale.
Consiste in una maggiore curvatura del fondo dell’utero.
Questo tipo di anomalia è solitamente asintomatica, ma alcuni ginecologi ritengono che essa possa essere rilevante è posta anche, in alcuni casi essere causa di infertilità o poliabortività.
Tale malformazione uterina, non proprio rarissima è causata da una incompleta fusione delle strutture embrionarie che portano alla formazione dell'utero, il che provoca una duplicazione della cavità uterina. La vagina, il collo e gli altri organi sono invece conformi alla norma. Come l’utero didelfo, questa anomalia non necessariamente crea problemi di fertilità, tuttavia è frequentemente associata a frequenti aborti spontanei in primo e secondo trimestre di gravidanza. La correzione chirurgica di tale malformazione, effettua tramite isteroscopia operativa (resettoscopia) è riconosciuta come pratica generalmente molto efficace per ottenere una gravidanza.
E’ una malformazione assai rara e consiste nel fatto che, durante lo sviluppo embrionario, per ragioni non note, a causa di errori nel corso dello sviluppo stesso, si formano due uteri distinti. Nelle donne che presentano questa anomalia, si trovano due corni, colli, tube e ovaie. Nella maggior parte dei casi si hanno addirittura due vagine; quest’ultima caratteristica rende agevole il sospetto o la diagnosi già a seguito di una prima valutazione clinica ginecologica.
I problemi portati da questo tipo di patologia sono costituiti da dolore durante i rapporti, da alto rischio di parti prematuri, ma più spesso si manifestano poliabortività. Nel caso in cui quest’ultimo evento si verifichi e ripeta è opportuno intervenire chirurgicamente (possibilità da valutare secondo singolo caso). Nel caso in cui invece ci sia una gravidanza in corso può essere raccomandabile applicare un cerchiaggio cervicale.
E’ la malformazione più diffusa e generalmente meno problematica. Deriva, come l’utero bicorne, da una fusione difettosa delle strutture anatomiche embrionarie da cui l'utero prende origine. L’anomalia riguarda la cavità uterina e consiste nel fatto che questa risulta divisa in due parti da una membrana fibrosa (setto) che parte dal fondo dell’utero, di lunghezze spessore variabile che si dirige verso il collo uterino. Se la divisione riguarda l’intera cavità il setto è definito totale, mentre se la divisione è parziale si parla di subsetto.
Questa anomalia è spesso asintomatica, talora sembra che tale malformazione possa avere effetti negativi sulla fertilità, nel senso che sembra che anche un piccolo setto uterino possa aumentare l’incidenza di aborti (anche se in misura minima). E’ possibile, qualora ci siano episodi di poliabortività, correggere chirurgicamente il setto, tramite l'intervento di “resetto scopia” od “isteroscopia operativa”. La gravidanza dovrà essere gestita come una gravidanza ad alto rischio potenziale di parto pretermine, con un maggior rischio di dare alla luce un feto di basso peso in relazione all'epoca gestazionale.
Si tratta di una delle malformazioni più rare, spesso asintomatica. Può provocare problematiche di vario tipo, anche gravi. Si verifica quando, a causa della mancata unione dei corni di Muller, uno dei due corni cessa di svilupparsi o si sviluppa in modo ridotto, finendo a volte per non congiungersi al resto dell’utero. In questo modo l’utero rimane dimezzato e avrà una sola tuba e una sola ovaia. A volte la parte non sviluppata può funzionare regolarmente, ma nel caso in cui non comunichi con l’esterno il sangue mestruale non può defluire attraverso la vagina, provocando forti dolori sincroni con il periodo mestruale. L’utero unicorne può causare anche problemi di fertilità e una maggiore predisposizione all’aborto spontaneo; in caso di gravidanza è molto frequente il verificarsi di un aborto tardivo oppure di un parto pretermine. Spesso infatti la diagnosi viene fatta proprio a seguito di problematiche di questo tipo.
Per quanto riguarda le terapie, vista la rarità della patologia la per un caso a seconda anche nell'età, della sintomatologia e dei desideri della donna.