Malformazioni uterine  

Malformazioni uterine

L’Istituto Superiore di Sanità, a proposito delle “malformazioni congenite” ci racconta testualmente che le “malformazioni congenite” sono difetti strutturali presenti al momento della nascita. Coinvolgono circa il 3% di nuovi nati possono essere gravi, con esiti cronici ed invalidanti.

Parte di esse sono visibili nei soggetti portatori perché coinvolgono strutture alla portata della vista, mentre altre malformazioni, non riguardano strutture anatomiche alla portata della vista, e così possono rimanere sconosciute persino alle persone che ne sono affette.

Ad esempio, Le malformazioni dell’apparato genitale, se non coinvolgono le strutture più esterne, come ad esempio la vulva o la vagina, ma si limitano ad una malformazione uterina, possono rimanere del tutto ignorate fino a quando la donna non si sottopone ad una visita ginecologica con il supporto indispensabile di un’ecografia tridimensionale 3D particolarmente dettagliata, oppure non si mette in evidenza un “difetto della loro funzione”, sospetto che sorge nel caso di mestruazione normale o nel caso si verifichino, quando la donna comincia a cercare una gravidanza, degli aborti ripetuti.

Queste “malformazioni congenite” che riguardano l’apparato genitale femminile, costituiscono un tipo particolare di malformazioni che sono chiamate: “Anomalie Muelleriane”: sono le anomalie della formazione dell’apparato genitale femminile che originano da anomale strutturazioni che avvengono quando nell’embrione si sta formando l’apparato urinario e apparato genitale.

In sintesi, le anomalie della conformazione dell’apparato genitale femminile costituiscono una forma di patologia congenita, presente nel feto femmina sin dalla nascita, che è dovuta ad una sequenza di errori nella formazione dei genitali femminili di cui non si conosce la causa e che è iniziata già nella fase di vita intrauterina dell’embrione femmina. Non vi è alcun modo di diagnosticare queste anomalie in epoca prenatale, neppure facendo l’ecografia più dettagliata possibile al feto.

Poi, purtroppo, come tutti sappiamo, l’apparato genitale femminile non viene mai indagato fino a quando non emerge una chiara patologia che richiama l’attenzione della donna e la spinge a rivolgersi ad un medico specialista.

Tutti infatti sappiamo che le bambine vengono portate dal pediatra per le visite di controllo periodiche e che solamente una piccola parte delle giovani donne effettua un esame ginecologico vero e proprio, per accertarsi che “l’apparato riproduttivo sia effettivamente tutto regolare” e che non vi siano anomalie che possano mettere in discussione il futuro della donna, non tanto dal punto di vista sessuale, quanto dal punto di vista riproduttivo.

Parlando di “visita ginecologica” relativamente ad una giovane donna che molto probabilmente non avrà ancora iniziato la propria vita sessuale, io non intendo affatto parlare di “visita ginecologica” intesa come generalmente viene effettuata, mediante l’esplorazione vaginale effettuata tramite le dita del ginecologo ed altri strumenti che richiedono di essere introdotti in vagina, ma intendo una “visita ginecologica” che prende in considerazione lo studio del ciclo mestruale, lo studio della corretta regolarità e ciclicità ormonale nella donna, condizione indispensabile questa per un regolare sviluppo della donna nel suo complesso e per una normale vita riproduttiva, nonché una “valutazione ecografica dell’apparato genitale” interno effettuata anche per via addominale, con lo scopo di “studiare” per quanto possibile, considerati i limiti dell’ecografia ginecologica effettuata attraverso l’addome rispetto a quelle effettuata per via vaginale, la “normale conformazione dell’utero”, tanto per cominciare, come anche della vagina, visibile anch’essa all’ecografia, perlomeno nella maggior parte delle volte.

La mancanza della buona abitudine di far valutare in modo corretto, completo, esaustivo una giovane donna, una ragazza adolescente, anche prima dell’inizio dell’attività sessuale rappresenta un’abitudine consolidata ma, alla luce di numerosi fatti che oggi dobbiamo cominciare a prendere in considerazione, si tratta di un’abitudine sicuramente “antica”, “da perdere” ed a rimpiazzare con l’abitudine di una valutazione attiva, concreta ed esaustiva (metafora: si tratta di effettuare una specie di “collaudo”, una valutazione teorica delle potenzialità riproduttive della donna, prima che essa si lanci autonomamente del “gioco della vita” rischiando di andare incontro ad insuccessi delusioni prima di riuscire a capire che, in realtà, lei affetta da un problema concreto).

Infatti iniziare con l’educazione all’abitudine dell’analisi e della verifica sarà molto educativo per tutti i successivi passi che essa dovrà compiere nel corso della propria vita, nell’interesse della tutela della propria salute, cosa che dovrà svolgere da adulta, in autonomia, la giovane donna, allo scopo di mantenere sé stessa sempre nelle migliori condizioni di salute possibili.

Oggigiorno, inoltre, noi dobbiamo anche considerare il fatto che l’età alla quale comincia nelle coppie la ricerca di una gravidanza si è spostata di molto nel tempo, portando la donna ad iniziare la ricerca di una gravidanza dopo i trent’anni e, talora anche dopo i 35 anni, quando, ormai, si perché dobbiamo dirlo, il rischio per una donna di non riuscire a fare neanche una gravidanza, comincia a diventare una problematica che essa corre rischio di dover affrontare concretamente. Infatti, lo sviluppo corporeo e la fertilità raggiungono il massimo circa 24 (27) anni e successivamente dai 30, 32 e poi soprattutto dai 35 in poi il declino della capacità riproduttiva della donna comincia ad essere davvero rilevante. Le mestruazioni continuano ad essere regolari nella maggior parte dei casi, ma la “riserva ovarica” si fa sempre più scarsa, fino a far diventare improbabile od addirittura eccezionale l’ipotesi che si possa verificare una gravidanza.

In questo panorama di eventi, abitudini e costumi le cui motivazioni non ci interessa di indagare in questa sede, il riscontro di una “malformazione dell’apparato genitale” e, soprattutto di una “malformazione uterina” può rappresentare un ostacolo per superare il quale la donna “perderà necessariamente” molto tempo prezioso della sua parte fertile di vita.

Noi sappiamo, come la letteratura internazionale e l’esperienza clinica dimostra che un “utero malformato” può essere di per sé inadatto a sviluppare e far proseguire correttamente una gravidanza, specie se parliamo di una gravidanza che non comporti rischi, talora anche gravi.

Per tali ragioni è sempre essere necessario procedere ad indagini di vario tipo per determinare con precisione le caratteristiche effettive dell’utero, al fine di conoscerne meglio l’anatomia e ragionare sui rischi che la situazione anomala potrà comportare durante in seguito, nel corso di una possibile futura gravidanza.

Molto spesso è anche necessario effettuare un intervento “chirurgico-diagnostico” costituito dalla “isteroscopia diagnostica”, che allo scopo di osservare la cavità uterina dall’interno e di effettuare alcuni minimi prelievi di tessuto necessari per uno studio istologico e per ricercare la eventuale presenza di cellule anomale del sistema immunitario.

Talora può anche rendersi necessario parlare di effettuare un intervento chirurgico di “basso impatto” e di “basso rischio” che viene eseguito in giornata, ma che comporta la necessità che la donna rimandi la ricerca di una gravidanza. È infatti sempre possibile che vengano riscontrate “malformazioni uterine” che richiedono una “correzione chirurgica”, chiamata anche “metroplastica” che serve a rimuovere dall’interno dell’utero stesso alcuni difetti come ad esempio i “setti uterini”, fibromi uterini localizzati subito al di sotto della mucosa ho anche polipi che “rubano spazio” alla cavità uterina e generano uno stato infiammatorio sfavorevole all’impianto di una gravidanza. Anche questo tipo di procedura viene effettuata in giornata, risulta essere un intervento chirurgico di basso impatto, di basso rischio per la salute della donna e spesso si dimostra essere un intervento benefico, di notevole efficacia. Tuttavia anche esso richiede che la donna posponga nel tempo a il proprio desiderio di gravidanza.

Ancora più importante è considerare il fatto che la letteratura indica che negli uteri anomali vi sia una maggiore frequenza del rischio di aborto od addirittura di mancato concepimento. Viene da sé che questa caratteristica comporta alla donna una serie di pesanti delusioni nel corso dei mesi e, necessariamente, anche di un elevato dispendio, di tempo.

E tale dispendio di tempo, se può essere “tollerabile” per una donna giovane, può rappresentare, invece, non per una donna “più in là con gli anni”, la differenza fra riuscire a fare una gravidanza oppure no.

Da un esame accurato si procede ad uno studio diagnostico completo, dettagliato, che permetta una classificazione dell’anomalia riscontrata in modo da tracciare il percorso migliore per aiutare la donna nel suo percorso di maternità.

In conclusione, a beneficio della salute individuale, della consapevolezza della propria salute, a favorire la soddisfazione che ogni donna deve cercare di conseguire nel corso dell’esistenza, è auspicabile che tutte le donne in età fertile, interessante ad una gravidanza nel proprio futuro, e tutti i genitori figlie femmine, si preoccupino di far valutare nel modo migliore possibile il loro apparato genitale e riproduttivo, cercando di capire il più possibile riguardo alla propria “fertilità teorica”.

Per condurre a termine nel modo migliore questo percorso valutativo è bene che le donne si rivolgano alla ricerca di un esame ginecologico completo, dettagliato, “moderno”, facendo ricorso a quanto di meglio offrire al giorno d’oggi la cultura medica e la tecnologia ecografica (ecografia transvaginale tridimensionale 3D e tridimensionale in tempo reale 4D, con il supporto dello studio alla definizione dei vasi sanguigni) ed isteroscopica più evoluta (dagli strumenti isteroscopici miniaturizzati e pertanto meno invasivi, più recenti, agli strumenti isteroscopici operativi di nuova generazione, gli isteroscopi operativi bipolari più performanti).

Oggigiorno la Donna deve decidersi a muovere il primo passo concreto verso il proprio futuro di consapevolezza e salute. Con pazienza, con fiducia, sempre dialogando con il professionista.

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