Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web
È un esame ecografico transvaginale eseguito con sonda bi- e tri-dimensionale che consente lo studio della cavità uterina e quindi di diagnosticare o escludere malformazioni e sospettare la condizione di “incontinenza” del canale cervicale evitando, per lo meno in un primo momento, il ricorso ad esami invasivi come l’isteroscopia. La conoscenza di un utero malformato richiede talora un intervento chirurgico correttivo prima di intraprendere una gravidanza; questa, altrimenti, potrebbe anche evolvere in aborto oppure in un parto prematuro durante il secondo trimestre; ed il sospetto di una possibile “incontinenza cervico-istmica” permette di porre in atto tutta una serie di indagini in gravidanza in modo da effettuare una diagnosi tempestiva di “minaccia di parto prematuro” (“cervicometria” e visualizzazione del “funnelling” cervicale) e di porre in atto le correzioni necessarie, anche chirurgiche, tutte tese a evitare il parto prematuro stesso
Tale esame consente anche di rilevare e descrivere in modo preciso anche patologie interne alla cavità uterina, aggettanti all'interno di essa, allora appena sospettabili tramite l'ecografia pelvica transvaginale, come polipi, fibromi, sinechie perciò utile perché consente di preparare la donna all'intervento medico più appropriato nel momento più a appropriato.
L’esame non richiede alcuna preparazione ed è indolore; la donna potrà avvertire, tutt'al più, qualche transitorio fastidio fastidio. La paziente si posiziona sul lettino ginecologico e la sonda transvaginale, rivestita da un involucro sterile monouso, viene introdotta in vagina. Si esegue prima un’ecografia transvaginale per valutare la posizione dell’utero (antiversoflesso o retroversoflesso), oltre alle altre caratteristiche rilevanti per l'esame.
In un secondo momento viene estratta la sonda ecografica e, introdotto uno speculum in vagina, si visualizza la cervice e si inserisce un sottile catetere sterile monouso in cavità uterina. Lo speculum viene rimosso delicatamente ed a questo punto si reinserisce la sonda vaginale; sotto controllo ecografico, si iniettano alcuni c.c. di soluzione fisiologica che, distendendo la cavità uterina, permettono di valutare la morfologia, la presenza di patologie e lo spessore della mucosa endometriale. Nel caso venissero riscontrate formazioni anomale, come ad esempio polipi o fibromi, sarà possibile descrivere esattamente le dimensioni, le caratteristiche di superficie, l'esatta collocazione nell'ambito della cavità uterina; sarà possibile decidere se lasciare in sede, o effettuare una terapia medica, oppure rimuoverle, potendo già individuare la tecnica chirurgica più idonea. La sonoisterografia è un esame che può essere effettuato in un ambulatorio adeguatamente attrezzato e che ha la durata media 15-20 minuti, esclusi i tempi tecnici di preparazione refertazione dell'esame. La paziente è così poco disturbata dall'esame, tanto che ha l'opportunità di poter seguire ogni fase dell’esame su un monitor interagendo con il medico qualora abbia dubbi oppure domande da porre. Al termine dell’esame viene fornito il referto, completo di stampe delle immagini ecografiche.
L’affidabilità della SONOISTEROGRAFIA è molto elevata in termini diagnostici, specialmente se essa è effettuata da un operatore attento, esperto ed equipaggiato di strumentazione ecografica di primo ordine.
i rischi ed il fastidio che tale metodica presenta sono rari; la tollerabilità è generalmente ottima nella maggior parte delle pazienti. Gli effetti collaterali, anche quelli a distanza, (algie pelviche simil mestruali, sanguinamenti vaginali, reazione vaso-vagale) sono molto rari, di lieve entità è di breve durata. La profilassi antibiotica generalmente richiesta prima dell'effettuazione di questo esame ha il significato lo scopo di ridurre i rischi infettivi ad un evento davvero eccezionale.
È inoltre buona norma prudenziale, per ragioni di tranquillità e soprattutto di sicurezza che l'assistita si presenti accompagnata da una persona in grado di condurla al proprio domicilio, sollevando l'assistita dalla necessità di guidare il proprio veicolo.